Abbazia di Rosazzo – Corno di Rosazzo (UD)

L’Abbazia di Rosazzo è situata sui colli orientali del Friuli, nella frazione di Rosazzo del comune di Manzano (UD). Le origini dell’abbazia sono piuttosto incerte e legate ad una leggenda che narra di un eremita di nome Alemanno che nell’Ottocento si stabilì in questi luoghi solitari costruendovi un piccolo oratorio. Nel corso dei secoli tale oratorio divenne un monastero guidato dai canonici agostiniani.

Nel 1070 venne consacrata la chiesa dedicata a San Pietro Apostolo, mentre nel 1090 il monastero venne elevato al rango di abbaziale con il subentro, nell’anno successivo, dei monaci benedettini ai monaci agostiniani.
Negli oltre trecento anni successivi sotto la guida dei monaci agostiniani, l’abbazia assunse un ruolo economicamente sempre più importante e si espanse al punto da diventare autonoma e sottoposta alla diretta autorità del Papa. Durante le guerre degli anni a seguire, il monastero venne inoltre trasformato in rocca difensiva.

Nel 1522 i monaci benedettini abbandonarono l’abbazia lasciando spazio all’insediamento dei domenicani i quali, grazie all’abate commendatario Giovanni Matteo Giberti, contribuirono alla rinascita del complesso abbaziale che era ormai caduto in rovina a causa delle guerre e di un devastante incendio verificatosi nel 1509.

Nel 1823 l’abbazia venne trasformata in residenza estiva dei vescovi di Udine per mano del vescovo Emanuele Lodi che venne insignito del titolo nobiliare di Marchese di Rosazzo. Nel 1976, grazie all’interessamento del monsignor Alfredo Battisti, arcivescovo di Udine, l’edificio venne incluso nell’elenco delle opere da ripristinare dopo il terremoto del 1976.

Attualmente il monastero opera come centro culturale, ospitando anche convegni, seminari, mostre e dibattiti.

Edificata attorno all’anno Mille, la chiesa abbaziale è in stile romanico ed è dedicata a San Pietro Apostolo. Essa porta i segni delle ristrutturazioni avvenute nel tempo ed al suo interno si possono trovare elementi architettonici risalenti a epoche diverse (di tipo altomedievali, cinquecenteschi e ottocenteschi).
Semplice nella struttura (pianta rettangolare a tre navate), la facciata presenta una bifora di probabile origine benedettina, come le altre due bifore visibili dal chiostro.
All’interno, recentemente restaurati, gli affreschi di Francesco India, detto il “Moro” o anche “Torbido”, risalenti tutti al 1535. Di fattura più recente sono invece gli altari che appartengono alla seconda metà del Settecento (opere degli scultori udinesi Giovanni e Giuseppe Mattiussi) e le statue che adornano la chiesa.

[fonte testi : www.abbaziadirosazzo.it]